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Dal Diamante al Velodromo, a Palermo cade tutto a pezzi

La piscina olimpionica sopravvive fra chiusure a singhiozzo. Al Paolo Borsellino, allo Zen, gli spogliatoi sono distrutti e da rifare e il campo andrebbe rilivellato

PALERMO. «Siamo nella terra desolata. Ammettiamo la nostra difficoltà. Tuttavia aspettiamo la discussione del bilancio per vedere se possiamo incrementare la dotazione finanziaria da appostare alla manutenzione degli impianti». Fausto Torta, odontoiatra rinomato, piombato in politica al seguito del trionfale successo di Leoluca Orlando, è onesto nella sua analisi. Non cerca vie d’uscita per una situazione del resto dolorosamente certificata con l’esclusione della città dalla rosa di candidati a capitale europea dello sport. «Gli osservatori ci hanno bocciato - conclude Torta - perché rispetto a dieci anni fa hanno trovato una regressione drammatica dell’impiantistica».
Amen.
Basterebbe questo flash a dare un’idea delle condizioni in cui versano le strutture comunali. Vecchie, mal tenute, qualcuna inagibile, prive dei necessari lavori di ristrutturazione o manutenzione. Qualcuna cade letteralmente in pezzi. Quasi tutte periodicamente (o costantemente) diventano prede di vandali o ladri che portano via più che possono. Basti pensare che al campo di baseball (detto anche Diamante in cui si attende di rifare l’intero impianto elettrico nel 2015 per una cifra di 800 mila euro) hanno perfino portato via l’ascensore: sono entrati indisturbati con un camion e hanno portato a termine l’operazione. Signore e signori, benvenuti nella terra che ha molte velleità sportive e poca sostanza.
Ah, quanto sono lontani gli anni Novanta, quando Palermo era inserita nel circuito dei Mondiali di calcio; oppure qualche anno dopo quando si ospitarono le Universiadi. Anni e anni luce. Oggi solo ricordi sbeccati di quel periodo.

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