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Albanese: «La burocrazia frena il rilancio delle imprese»

Il presidente di Confindustria Palermo sulle vertenze: «Chi prende agevolazioni sul costo del lavoro, non può poi delocalizzare, abbandonando la Sicilia»

PALERMO. Pochi giorni fa era stata la Camera di commercio a lanciare l’allarme del calo dell’occupazione nel territorio palermitano. Dall’indagine degli uffici di via Amari è emerso che le imprese reggono, con tutti gli imprevisti del mercato, ma il prezzo da pagare per i lavoratori è troppo salato. E le sacche di impoverimento si stanno allargando. A risentirne è l’economia della città, privata dei consumi di quel segmento delle famiglie degli operai, delle fasce ritenute più deboli, ormai allo stremo. E di ricette per cambiare le cose non se ne vedono. Secondo il presidente della Confindustria palermitana, Alessandro Albanese, il freno alle imprese, e quindi al lavoro, risiede nella burocrazia lenta e farraginosa. «Senza produzione non si potrà creare valore aggiunto - dice Albanese - e non ci sarà ripresa. Sono necessarie azioni forti per attrarre investimenti».
Ci faccia un esempio.
«L’iter per aprire una piccola impresa dovrebbe durare al massimo una settimana. Velocizzare il processo autorizzativo, quando è possibile, innesterebbe una marcia in più verso gli investimenti. Così come mettere a sistema le aree industriali. Altro che finanza agevolata».
Ma ci sono procedure che non si possono scavalcare. Si pensi alle autorizzazioni sulla salvaguardia dell’ambiente.
«In questi casi è necessario mantenere il rispetto dei tempi che prevede la norma. Ma al momento non è così. E non è più possibile attendere anche un anno per avere il via libera all’apertura di un’impresa. Il percorso è troppo lungo, e fa scappare gli imprenditori».

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