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Omicidio di Concetta Conigliaro, il marito resta in carcere

La donna scomparsa da San Giuseppe Jato l’11 aprile scorso e segnalata ai carabinieri della locale Stazione solo il 15 maggio dalla madre, i resti carbonizzati furono trovati nelle campagne tra San Cipirello e Camporeale

PALERMO. Il Tribunale del Riesame ha respinto le istanze della difesa e confermandone le misure cautelari della custodia in carcere per Antonino Caltagirone e dei domiciliari per il figlio Vincenzo, indagati sulla morte di Concetta Conigliaro, la donna scomparsa da San Giuseppe Jato l’11 aprile scorso e segnalata ai carabinieri della locale Stazione solo il 15 maggio dalla madre, e i cui resti carbonizzati furono trovati nelle campagne tra San Cipirello e Camporeale.

Le indagini sono coordinate dai pm della procura di Palermo Gianluca De Leo e Ilaria De Somma e condotte dagli investigatori dei carabinieri di Monreale. I due erano stati arrestati lo scorso 6 ottobre con l’accusa di aver aiutato Salvatore Maniscalco a disfarsi del cadavere della moglie. I due  erano stati notati dai vicini di casa dell’uxoricida, nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa, mentre lo aiutavano a disfarsi di ferraglia varia, tra cui un fusto metallico del tutto simile a quello nel cui verranno trovati parte dei resti umani.

Subito dopo la macabra scoperta gli investigatori avevano trovato nella loro abitazione altre 7 taniche per carburanti simili a quella rinvenuta affianco ai resti ed immagini sacre, anch’esse simili ad una ritrovata affianco ai resti ed incompatibile con la fede evangelica del marito e della vittima. Peraltro l’esito degli accertamenti tecnici sui liquidi contenuti nella tanica rinvenuta e su quelle sequestrate in casa dei Caltagirone hanno dimostrato la perfetta compatibilità per tipo di carburante.

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