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Arcuri: «Stop all’incuria, riprendiamoci i nostri immobili»

"Vogliamo restituire i beni alla città. Sarà una rivoluzione, recupereremo tutti gli spazi grazie al Coime e ad appalti esterni"

PALERMO. Sembra l’immagine ripetuta di un videoregistratore rotto. Casi simili uniti da uno stesso difficile iter. L’edificio chiude, passano anni, si tenta di inserire la ristrutturazione in un piano di finanziamenti, passano altri anni, si va a caccia dei soldi, i lavori non iniziano mai. O quando iniziano, vengono abbandonati. Nel frattempo l’incuria e l’abbandono lasciano solo lo scheletro. E così si perde la memoria della loro utilità e quelli che un tempo erano edifici pubblici si trasformano in terra di nessuno dove hanno giurisdizione solo ladri e vandali. Parla di una situazione «drammatica» e «inimmaginabile», il vicesindaco Emilio Arcuri ai microfoni di Ditelo a Rgs. «L’amministrazione Orlando ha trovato una situazione disastrosa - spiega -. Paghiamo lo scotto di anni precedenti in cui non si è fatto nulla. Si è solo vivacchiato».

Qual è il quadro attuate in città e cosa si sta facendo per migliorare la situazione?

«Un esempio su tutti: gli asili nido attualmente inutilizzati sono 17, la metà di questi sono attualmente occupati abusivamente. Ma è solo uno dei tanti casi di edifici abbandonati. Anche l’ex Fiera del Mediterraneo è oggetto di occupazioni abusive. L’amministrazione comunale è impegnatissima non solo nel conoscere l’elenco completo di questi immobili - elenco che abbiamo già realizzato - ma, soprattutto, nel riprendere questi spazi che appartengono alla pubblica amministrazione per restituirli ai cittadini. Vogliamo dire con chiarezza ai contribuenti che nessuno si può impossessare abusivamente di immobili comunali e che non è giusto che la pubblica amministrazione non tuteli i propri beni. Ecco perché stiamo lavorando a un accordo quadro che ci consentirà, grazie alle forze interne al Coime ma anche tramite un appalto esterno, di mantenere gli immobili comunali ma soprattutto di recuperare quelli che si trovano attualmente in condizioni di degrado per renderli nuovamente fruibili».

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