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Lavoro nero, i carabinieri sospendono 10 aziende edili nel Palermitano

Sedici i cantieri controllati dal nucleo Ispettorato del lavoro, tra Palermo, Bagheria, Partinico e Termini Imerese

 PALERMO. Ventitrè lavoratori in nero scoperti, 9 attività sospese, un cantiere sequestrato e sanzioni per quasi 250 mila euro. È il bilancio di una serie di controllo eseguiti dai carabinieri del nucleo Ispettorato del lavoro e del comando provinciale, che hanno passato al setaccio diversi esercizi commerciali e due società edili a Palermo, Bagheria, Partinico e Termini Imerese.

Sedici in tutto le aziende controllate dai militari, che in 10 hanno trovato 23 lavoratori privi di tutela assicurativa e previdenziale. Sono così scattate le sospensioni amministrative. Due le denunce a carico di titolari di ditte edili, a cui sono state contestati l'omessa nomina del coordinatore per la sicurezza, del medico competente, il non avere informato i lavoratori sui rischi del cantiere, l'omessa consegna dei dispositivi individuali di protezione degli operai, il non avere utilizzato scale a norma con i previsti ancoraggi, non avere predisposto l'idoneo accesso al cantiere, il non avere predisposto idonee protezioni verso il vuoto, oltre all'impiego di lavoratori in nero.

I carabinieri nel centro storico di Palermo hanno fatto disattivare alcuni impianti di videosorveglianza installata dai titolari dei cantieri. Senza accordo sindacale e senza richiesta alle autorità le telecamere a protezione dei cantieri non si possono utilizzare. L'uso di questi impianti - dicono i Cc - è uno strumento dei datori di lavoro per tenere alla larga i malintenzionati, ma talvolta anche un indebito espediente per controllare i propri dipendenti: questo collide con quanto stabilito appunto dallo Statuto dei Lavoratori e da quanto previsto dal Garante per la privacy che ne limita il campo di applicabilità. I responsabili sono stati deferiti alla Procura.

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