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Appalti truccati nel Palermitano, professionisti coinvolti

L'operazione, denominata in codice "Monopolium", avrebbe consentito di accertare presunti interessi mafiosi in una serie di appalti pubblici con la complicità di funzionari pubblici e professionisti

PALERMO. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa. L'operazione, denominata in codice "Monopolium", avrebbe consentito di accertare presunti interessi mafiosi in una serie di appalti pubblici con la complicità di funzionari pubblici e professionisti.

Nei confronti di due indagati sono stati disposti dal Gip di Termini Imerese gli arresti domiciliari. Si tratta di Irene Gullo, capo ufficio tecnico dei comuni di Misilmeri e Altavilla Milicia, e l'ingegnere Paolino Rizzolo, libero professionista e già presidente del Consiglio di amministrazione di Metropoli est. Otto professionisti, invece, sono destinatari della misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione.

LE INDAGINI. Il capo dell'ufficio tecnico Irene Gullo avrebbe favorito l'ingegnere Paolino Rizzolo. Per questo motivo i due sono finiti agli arresti domiciliari questa mattina. Secondo i militari la dirigente comunale avrebbe orientato verso fini privatistici l'esercizio delle sue pubbliche funzioni. Avrebbe assegnato alcune consulenze sotto i 100 mila euro per la progettazione di lavori pubblici.

A sua volta Rizzolo avrebbe trovato una serie di professionisti palermitani disposti a presentare offerte concordate in modo tale da consentire all'ingegnere di restare il regista occulto delle operazioni. Complessivamente sarebbero stati aggiudicati con questo sistema incarichi per 500 mila euro.

Insieme a Rizzolo i professionisti coinvolti sono Leonardo Lo Coco, Renato Belvedere, Angelo La Mattina, Caterina Cusimano, Sergio Merendino, Filippo Finocchio, Marcello Bono, Carmelo Lo Franco. 

Per tutti è scattato il divieto momentaneo di esercitare la professione. L'operazione dei carabinieri del reparto operativo avrebbe fatto saltare il tavolino a cui avrebbero partecipato funzionari pubblici, ingegneri e architetti con la regia di Cosa Nostra,.

Tra gli appalti sotto accusa, ci sono la progettazione della ristrutturazione il Castello dell'Emiro la costruzione di un impianto sportivo su un terreno confiscato alla mafia e la revisione di parte del piano regolatore.

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