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Una coppia gay potrà godere delle ferie matrimoniali, è il primo caso a Palermo

La vittoria di Giuseppe e Toti, iscritti al registro delle unioni civili del Comune. Il primo lavora all’Amat, «ha diritto alla licenza»

PALERMO. Quando si sono scambiati gli anelli nell'affollato atrio di Palazzo delle Aquile, circondati dai loro affetti più cari, ma soprattutto solidi nel loro rapporto che dura da 21 anni, non immaginavano che sarebbero diventati «un caso». Eppure, Giuseppe e Toti rappresentano una svolta sul tema del riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali.

Giuseppe Atanasio e Toti Migliore potranno godere delle ferie matrimoniali, non perché abbiano contratto un matrimonio all'estero, ma per il fatto stesso di essere iscritti nel registro delle unioni civili istituito al Comune di Palermo. Una svolta positiva, penseranno in molti, un cambiamento negativo, affermeranno i contrari, ma certamente un punto di non ritorno per Palermo. In altre città è già accaduto che aziende pubbliche e private abbiano riconosciuto alle coppie di fatto il riconoscimento del congedo matrimoniale, da Bologna, a Crema, a Milano, ma nel capoluogo siciliano sembra proprio la prima volta. E per di più in un ente pubblico. Un precedente che servirà certamente ad altre coppie gay ed etero iscritte nel registro. Il via libera alla richiesta inoltrata un anno fa da Giuseppe Atanasio, prima della «cerimonia» di iscrizione al registro, di potere «usufruire dei 15 giorni consecutivi di calendario di congedo straordinario retribuito», in osservanza all'articolo 52 del contratto nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri, è infatti firmato da Domenico Caminiti, direttore generale dell'Amat, la partecipata del Comune dove Giuseppe appunto lavora. Una lettera protocollata lo scorso 30 luglio e notificata al dipendente pochi giorni fa, che dà ufficialmente il permesso di andare in «viaggio di nozze».

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