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Palermo, aggredito e rapinato in casa l'avvocato Sbacchi

PALERMO. In quattro, armati di pistole, hanno fatto irruzione nell’abitazione del noto penalista palermitano Gioacchino Sbacchi, che in passato è stato anche il difensore, tra gli altri, del più volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti, e messo a segno una violentissima rapina. L’avvocato, intorno all’una di mercoledì notte, mentre era nella sua casa al mare, in via Principessa Mafalda, a Mondello, assieme alla figlia e alla governante, ha sentito dei rumori. Quando è andato a vedere di cosa si trattasse, si è trovato davanti un commando di quattro giovani, armati fino ai denti, che hanno iniziato a minacciarlo. I banditi, dopo aver costretto anche le due donne ad andare nella stanza da letto del penalista, hanno legato tutti e tre, usando un jeans e brandelli di una coperta. “Ripetevano che ci avrebbero ammazzati – spiega Sbacchi – chiedevano dove tenessimo i soldi e ci puntavano le pistole alla tempia e alla gola. Ma in casa non avevamo niente. Alla fine, dopo aver messo a soqquadro tutto, hanno preso i contanti che ciascuno di noi aveva nel proprio portafoglio”. Ovvero, 250 euro alla figlia, 70 alla governante e 80 allo stesso avvocato. Poi i banditi si sono fatti consegnare dalla figlia del penalista un Rolex, un anello e un bracciale. Hanno portato via anche un computer. “Complessivamente – dice Sbacchi – il bottino ammonta a circa 10 mila euro”. Non nasconde il terrore di quella mezz’ora, l’avvocato: “E’ una sensazione terribile e c’è da dire che la strada in cui si trova la nostra casa non è per nulla illuminata”. I rapinatori sarebbero entrati forzando il cancello dell’abitazione. “Alcuni di loro – aggiunge Sbacchi – avevano il volto travisato, un altro aveva i guanti. Ad un certo punto, non riuscendo a trovare ciò che forse speravano hanno anche minacciato di fare del male a mia figlia”. Giovani, non più 25 anni, davvero senza scrupoli, dunque, che sono fuggiti nella notte, così come erano arrivati. “Ci siamo slegati – dice ancora Sbacchi – e abbiamo chiamato la polizia. Gli agenti sono stati di una professionalità e di una comprensione encomiabile”. Nella casa è intervenuta anche la Scientifica – la speranza è di incastrare i rapinatori con qualche impronta – e sul caso indaga ora la Squadra mobile.

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