Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Fiat: Termini Imerese si ferma a sostegno della vertenza tute blu

PALERMO. Una  manifestazione così imponente a Termini Imerese non si vedeva  dal 2002, quando la chiusura della fabbrica siciliana della Fiat  era solo un'ipotesi. Oggi è la realtà. I 1200 operai dello  stabilimento, chiuso nel novembre del 2011, sono in cassa  integrazione fino al 30 giugno. Per loro non si intravedono  prospettive e lo spettro del licenziamento è dietro l'angolo.  Dopo dodici anni, la città è tornata a fermarsi «perchè la crisi  della Fiat è un dramma per tutti, ha messo in ginocchio il  territorio e non fa sconti a nessuno».     


Cinquemila persone hanno partecipato alla mobilitazione  generale organizzata da Fim, Fiom e Uilm, alla vigilia della  riunione al ministero dello Sviluppo economico in programma per  domani, poi rinviata, nel pomeriggio, per un'altra crisi, quella  di governo. In piazza c'erano commercianti, artigiani, studenti,  sindaci delle Madonie con i loro gonfaloni. Anche la Chiesa ha  ufficialmente aderito alla manifestazione, con i parroci, che  hanno sfilato dietro lo striscione dei metalmeccanici. «Chi ha  avuto il mandato dal popolo faccia qualcosa - ha detto  l'arciprete Francesco Anfuso parlando in piazza Duomo, dove si  sono ricongiunti i due cortei organizzati in città - chi ha  avuto il dono di fare politica faccia qualcosa non solo per  questo territorio, ma per tutta la Sicilia. Sul mondo del lavoro  sono calate le tenebre. Gli operai sono rimasti senza nulla in  mano».     


Insieme agli operai c'erano i loro figli: gli studenti di  cinque istituti superiori hanno aderito con un proprio corteo.  «Siamo qui - spiega Floriana Millonzi, 18 anni, studentessa del  liceo scientifico - perchè viviamo in prima persona le  conseguenze della chiusura dello stabilimento, abbiamo paura per  il futuro». Per i sindacati la vertenza «deve tornare a Palazzo Chigi e  la Fiat deve assumersi le proprie responsabilità, tornando a  produrre in Sicilia».  «La partita è complicata ma non possiamo  accettare che la Fiat si presenti al tavolo su Termini Imerese  da osservatore - ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini  - È il momento dei fatti  se si vuol dare una prospettiva,  abbiamo bisogno che la Fiat non si tiri fuori dal tavolo.  Chiediamo ammortizzatori sociali per tutto il 2014 e il ritiro  dei primi licenziamenti».   

Caricamento commenti

Commenta la notizia