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Blitz alla Zisa, pusher pagati 100 euro al giorno: il "prezziario della droga"

Tra gli acquirenti anche professionisti, insegnanti, artisti, infermieri, imprenditori. Messaggio alla fidanzata: “Sto andando al lavoro”

PALERMO. I pusher venivano reclutati nel quartiere, il più delle volte tra componenti degli stessi nuclei familiari, in alcuni casi tra i giovani disoccupati che, come è emerso dalle indagini, percepivano una paga giornaliera di circa cento euro. Per loro era visto proprio come un lavoro. Emblematico, in questo senso, un messaggio mandato da un indagato, che alla fidanzata scriveva così: «… sto andando a lavoro […] se tutto và bene ok […] in tal caso se entro oggi non ricevi sms mio stasera alle 20.15 guardati TGS però nella tua stanza e non con i tuoi...».

Nelle piazze dello spaccio operavano costantemente, su tre turni giornalieri (mattina, pomeriggio e sera) due o tre persone con ruoli che interscambiabili di pusher, cassieri-fornitori e vedette in grado di individuare e danneggiare anche le telecamere installate dai carabinieri. Per rendere più complessa l’attività degli investigatori, gli spacciatori operavano in totale sintonia tra loro effettuando gli scambi in concorso (nessuno aveva mai la disponibilità diretta ed immediata di un quantitativo di droga che potesse configurare reati di detenzione ai fini di spaccio) e sotto la stretta sorveglianza delle vedette che, tra le altre cose, provvedevano sia ad avvertire del passaggio delle forze dell’ordine che ad indirizzare gli acquirenti, tra cui figurano tossicodipendenti ma anche professionisti, insegnanti, artisti, infermieri, imprenditori.

Oltre alla presenza di interi nuclei familiari, dalle indagini è emersa la presenza di una sorta di «prezziario» della droga, che andava dai 5 euro al grammo per la marijuana ai 10 euro per la dose di due grammi di hashish fino ai 30 euro per la dose di un grammo di eroina. Altro particolare inquietante, riguarda i luoghi dello spaccio, solitamente per strada o sui marciapiedi, ma spesso a pochi passi da bambini e ragazzini che giocavano a pochi passi dai pusher. Così come i nascondigli utilizzati per la droga, solitamente le ruote e i parafanghi delle auto, i cui proprietari si limitavano a chiedere «gentilmente» di cambiare mezzo, senza segnalare o denunciare niente alle forze dell’ordine. V.M.

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