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Non vi fu estorsione, assolto imprenditore

La corte d'appello ribalta la sentenza di primo grado che aveva condannato Pietro Mansueto a 5 anni e otto mesi

PALERMO. La corte d'appello di Palermo, ribaltando la sentenza di primo grado, ha assolto l'imprenditore palermitano Pietro Mansueto che il gup aveva condannato a cinque anni e otto mesi di reclusione col rito abbreviato per estorsione.    
Secondo la ricostruzione della Procura, nel 2006, Gioacchino Conigliaro avrebbe voluto aprire una macelleria (Il mercatone della carne) in una palazzina di proprietà Mansueto. L'imputato, in base alla ricostruzione del pm, avrebbe chiesto a Marcello Trapani, ex legale dei boss Lo Piccolo, e col suo tramite a Rosalia Di Trapani, il permesso di affittare i locali a Conigliaro. La signora, sostituendosi al marito in quel momento latitante, avrebbe dato il via libera all'operazione in cambio, però, della dovuta messa a posto. Rosalia Di Trapani è stata condannata a 8 anni in un altro troncone del processo.    


Il gup che condannò Mansueto aveva restituito gli atti alla Procura per indagare sulla falsa testimonianza a carico della presunta vittima dell'estorsione, Conigliaro. L'udienza preliminare per Conigliaro comincerà il 6 febbraio davanti al gup Agostino Gristina.

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