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Fuga di notizie, Messineo revoca la domanda alla procura generale

La notizia è stata resa nota dal magistrato durante l'assemblea dei pm che si è svolta per parlare dell'inchiesta a suo carico a Caltanissetta

PALERMO. Si è difeso davanti ai suoi pm per un'ora negando con forza di avere violato la legge. Ha chiesto fiducia. E ha assicurato che andrà avanti. Ma un passo indietro in realtà Francesco Messineo, procuratore di Palermo finito nell'occhio del ciclone per una presunta fuga di notizie su un'indagine su Banca Nuova, l'ha fatto. E ad annunciarlo è stato lui stesso durante l'assemblea fiume dell'ufficio. «Ho revocato la domanda a procuratore generale», ha rivelato ai suoi. Una decisione che, probabilmente, toglie dall'imbarazzo il Csm che deve pronunciarsi da mesi sulla poltrona della Procura Generale, e che nessuna decisione ha ancora preso sul caso Messineo. La prima commissione, quella competente per i trasferimenti per incompatibilità ambientale, si è riunita oggi e, nonostante le indiscrezioni dei giorni scorsi, non ha parlato della vicenda nè avrebbe ricevuto ancora alcuna carta dalla Procura di Caltanissetta che sulla fuga di notizie ha aperto un'inchiesta. A chiedere che in assemblea oggi si parlasse dell'indagine sono stati alcuni sostituti che, nei giorni scorsi, hanno messo per iscritto la loro «inquietudine» e l'esigenza di discutere di un fatto appreso solo dai giornali. Ad aprire la riunione è stato Messineo. «Non ho commesso illeciti, ho chiarito tutto a Caltanissetta - ha detto evidentemente teso - Ve lo garantisco. Dovete avere fiducia in me. Sono stato io a chiedere di essere sentito e i colleghi a quel punto mi hanno detto che era meglio se mi presentavo con l'avvocato. Cosa che ho molto apprezzato». Nel merito della vicenda, però, non è voluto entrare. «C'è una indagine - ha spiegato - e bisogna rispettare il lavoro dei colleghi». Sulla stessa linea i procuratori aggiunti intervenuti: Vittorio Teresi e Leonardo Agueci che hanno ribadito la loro fiducia nel capo. Molti gli interventi dei sostituti che, nei giorni scorsi, avevano manifestato disagio e imbarazzo. In molti hanno ribadito l'esigenza e l'importanza di un confronto su un argomento tanto importante. Poche le voci fuori dal coro: come quella della pm Maria Forti che si è detta «imbarazzata davanti alla convocazione di un'assemblea indetta per discutere di fatti personalissimi del capo dell'ufficio». La maggioranza però ha espresso un'altra opinione ribadendo l'importanza che un procuratore in una situazione tanto delicata si «presenti a rassicurare i suoi sostituti che si trovano poi a dovergli riferire di indagini e devono essere certi della sua riservatezza». «Non avevo capito che fosse così forte l'esigenza di parlarne - ha detto Messineo - Se ho rinviato è stato perchè sono stato travolto, non certo per sottrarmi al confronto». Confronto che, sostengono in molti, è stato utile. «Nessun processo di piazza è stato fatto - commenta uno dei sostituti - Finalmente ci siamo guardati in faccia e abbiamo parlato».

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