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Arrestato in Indonesia il boss di Villabate Messicati Vitale

Il capomafia si nascondeva in un lussuoso residence di Bali. Ad aprile era sfuggito all’arresto durante un'operazione di polizia che aveva decapitato i vertici del mandamento mafioso di Misilmeri

PALERMO. I carabinieri del Comando provinciale di Palermo insieme al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia hanno arrestato a Bali il boss latitante Antonino Vitale Messicati, capomafia del clan palermitano di Villabate.     
Messicati si nascondeva in un lussuoso residence della località balneare indonesiana. Ad aprile scorso era riuscito a sfuggire all'arresto, durante un'operazione di polizia che aveva decapitato i vertici del mandamento mafioso di Misilmeri.     
Il latitante, accusato di associazione mafiosa ed estorsione aggravata, è stato trovato grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche e al pedinamento di familiari e fiancheggiatori. I sospetti degli investigatori sono stati confermati da un viaggio a Bali fatto da alcuni familiari.
Sfuggendo alla cattura il 16 aprile scorso Antonino Messicati Vitale ha festeggiato i suoi 40 anni, il 18 aprile, da latitante. Arrestato più volte per omicidio, droga, estorsioni, Messicati Vitale era stato condannato, definitivamente, a 10 anni di carcere per associazione mafiosa. Il latitante è figlio di Pietro Messicati Vitale, che fu killer di mafia boss di Villabate, imputato nel primo e nel secondo maxiprocesso a Cosa nostra palermitana, ucciso nel luglio 1988 mentre su uno scooter stava andando nella sua casa di villeggiatura a Mongerbino, vicino Bagheria. Messicati Vitale era stato scarcerato 50 giorni prima  per un difetto di notifica di un atto.   
Il boss era stato arrestato nel luglio '85, dal commissario di polizia Beppe Montana, capo della catturandi della squadra mobile palermitana, che venne assassinato dopo qualche giorno. Messicati Vitale venne sorpreso durante un summit, insieme ad altri otto mafiosi tra i quali Tommaso Cannella, il capomafia di Prizzi, Antonio D' Amico (anche lui ucciso nel luglio '88) e Biagio Picciurro.  Nel '95 toccò anche ad Antonino Messicati Vitale, (e al fratello Fabio), essere scarcerato per un cavillo dopo l'arresto nell'operazione "venerdì nerò": il tribunale della libertà ordinò la scarcerazione perché i due furono interrogati alcune ore dopo la scadenza dei termini previsti per il primo interrogatorio. I fratelli Messicati Vitale, secondo le dichiarazioni di vari pentiti, sarebbero stati killer utilizzati dai boss mafiosi e per questo nel marzo '95 vennero arrestati. Le accuse non hanno retto all'iter giudiziario.

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