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Truffò curatore del fallimento, indagato imprenditore Miraglia

Secondo l'accusa, l'imprenditore avrebbe smembrato la società dando vita ad una srl, la A.L.C, le cui quote furono trasferite, prima della dichiarazione di fallimento, alle figlie Lucia, Anna Luisa e Costanza. Le quote della nuova azienda, prima che la curatela fallimentare desse vita all'azione di responsabilità, vennero poi date in usufrutto ai cognati

PALERMO. La Procura di Palermo ha aperto un'indagine per truffa e falso nei confronti dell'imprenditore tessile palermitano Aldo Miraglia, della moglie, delle figlie e di alcuni cognati. L'inchiesta è coordinata dal pm Geri Ferrara.   

Miraglia, proprietario di una grossa catena di negozi di abbigliamento poi falliti, venne arrestato nel 2001 e condannato insieme alle figlie per bancarotta fraudolenta.   

Secondo l'accusa, l'imprenditore avrebbe smembrato la società «Miraglia Aldò» dando vita ad una srl, la A.L.C, le cui quote furono trasferite, prima della dichiarazione di fallimento, alle figlie Lucia, Anna Luisa e Costanza. Le quote della nuova azienda, prima che la curatela fallimentare desse vita all'azione di responsabilità, vennero poi date in usufrutto ai cognati.   

Successivamente la A.L.C venne liquidata e fu nominato liquidatore un prestanome di Miraglia che, invece, avrebbe continuato ad amministrare la società. All'imprenditore si contesta anche la vendita alla srl di una villa del valore di oltre un milione di euro: l'atto sarebbe stato pensato per sottrarre l'immobile al fallimento.

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