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"Gestivano la sala bingo per conto dei boss": cinque condannati

Secondo gli inquirenti, la sala, formalmente intestata alla famiglia Casarubea, era in realtà dei mafiosi Alessandro Mannino, Vincenzo Marcianò e Rosario Inzerillo. La Las Vegas sarebbe stata in realtà una sorta di «lavatrice» che veniva usata per riciclare capitali sporchi di Cosa nostra siciliana e americana

PALERMO. La seconda sezione del Tribunale ha condannato cinque presunti prestanome del boss Nino Rotolo: avrebbero gestito la sala bingo «Las Vegas» di Palermo per conto della mafia. La pena più alta, 7 anni, è stata inflitta a Francesco Casarubea. Sei anni a testa per Alessandro Mannino, Vincenzo Marcianò, Rosario Inzerillo e Filippo Piraino. Assolte le sorelle Olga, Cristina ed Emanuela Casarubea, mentre era morto nel corso del processo il padre dei Casarubea, Domenico, pure lui imputato.  Secondo gli inquirenti, la sala, formalmente intestata alla famiglia Casarubea, era in realtà dei mafiosi Alessandro Mannino, Vincenzo Marcianò e Rosario Inzerillo. La Las Vegas sarebbe stata in realtà una sorta di «lavatrice» che veniva usata per riciclare capitali sporchi di Cosa nostra siciliana e americana.

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