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Elezioni, Cancellieri: nessun segnale di infiltrazioni mafiose

Così il ministro dell'Interno a Palermo per l'inaugurazione della nuova sede della Dia di Palermo, nella storica "Villa Ahrens" nel quartiere San Lorenzo

PALERMO. Lasciamo che la campagna elettorale si svolga tranquillamente. Al momento non abbiamo segnali di infiltrazioni mafiose". Così il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha risposto ai giornalisti che le chiedevano un commento sulla denuncia fatta dall'avvocato generale dello Stato di Palermo, Ignazio De Francisci, su tentativi di condizionamento della campagna elettorale da parte delle cosche.

Il ministro è arrivato a Palermo per l'inaugurazione della nuova sede della Dia di Palermo.
Alla cerimonia hanno partecipato il vicecapo della polizia Francesco Cirillo e il capo della Direzione Investigativa Antimafia Alfonso D'Alfonso. Presenti anche i vertici di forze dell'ordine e della magistratura di Palermo e Caltanissetta e la moglie del giudice Paolo Borsellino, Agnese Piraino Leto che ha ringraziato il ministro della sua presenza. "Considero la polizia come una seconda famiglia", ha detto.

La cerimonia si è aperta con un video su 20 anni di attività della Direzione antimafia. La nuova sede della Dia è in una villa storica nel quartiere San Lorenzo. D'Alfonso ha ricordato le vittime della mafia. "Noi resteremo qui e continueremo a fare il nostro dovere", ha detto. Ricordando il "sacco edilizio di Palermo" che a San Lorenzo ha lasciato più evidenti i suoi segni, D'Alfonso ha fatto cenno a Vito Ciancimino, sindaco degli anni della speculazione edilizia, e al figlio Massimo. "Cerca di creare confusione tra le istituzioni ma non ci riuscirà", ha detto.

"Non abbiamo alcuna intenzione di smobilitare la Dia - ha detto il ministro -. E' una delle eredità che ci hanno lasciato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino". "Le parole della signora Borsellino - ha aggiunto Cancellieri - mi hanno commosso".

Il ministro non ha voluto commentare, invece, le dichiarazioni del capo della Dia, Alfonso D'Alfonso, che aveva denunciato il tentativo di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo e testimone nell'inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia, di "creare confusione nelle istituzioni".

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