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L'omicidio di Don Puglisi 19 anni fa, attesa per la data di beatificazione

Tante le celebrazioni in ricordo del prete di Brancaccio ucciso dalla magia. Lo scorso 28 giugno il Papa ha autorizzato il riconoscimento del martirio per l'assassinio del parroco, "in odio alla fede"

PALERMO. La notizia che tutti attendono è la data della beatificazione, che avverrà a Palermo, nella Chiesa per cui don Pino Puglisi ha speso la sua vita fino alla morte. Nel giorno del 19° anniversario dell'assassinio del sacerdote di Brancaccio non si parla d'altro e si suppone che il grande evento si terrà in primavera. Lo scorso 28 giugno Benedetto XVI ha autorizzato il riconoscimento del martirio del prete palermitano ucciso «in odio alla fede» dalla mafia il 15 settembre 1993, la sera del suo 56° compleanno, davanti al portone di casa.

Oggi la Chiesa di Palermo lo ricorderà, alle 18, durante una concelebrazione presieduta dal cardinale Paolo Romeo, che ordinerà quattro nuovi sacerdoti. Alle 10, invece, un corteo dalla piazza del Policlinico poterà un omaggio floreale sulla tomba di don Puglisi, a Sant'Orsola, secondo il programma di manifestazioni messo a punto dal Centro Padre Nostro e dalla parrocchia San Gaetano. Peraltro, ieri sera, la Provincia ha assegnato una benemerenza alla memoria del sacerdote proprio cardinale. Don Puglisi predicava il Vangelo, formava le coscienze nella verità, promuoveva la carità e l'attenzione agli ultimi. Per questo fu ucciso e la sua condanna a morte fu ordinata dai boss di Cosa nostra, divenuti intolleranti davanti a un sacerdote che sottraeva nuova manovalanza alla mafia. Quasi una risposta all'anatema di Giovanni Paolo II lanciato proprio nel 1993 dalla Valle dei templi di Agrigento. La sera del 15 settembre 1993 don Puglisi trovò ad attenderlo il killer Salvatore Grigoli, che si è poi autoaccusato del delitto e di decine di altri omicidi e ha intrapreso un cammino di conversione. Prima di essere ucciso, don Pino disse con un sorriso: «Me lo aspettavo». Per il delitto sono stati condannati all'ergastolo Giuseppe e Filippo Graviano, mandanti e boss di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Grigoli, divenuto collaboratore di giustizia, è stato condannato a 16 anni.

Per ricordare il sacerdote si è tenuto ieri, nell'aula consiliare di via San Ciro, a Brancaccio, un consiglio di circoscrizione straordinario. Ospiti il sindaco Leoluca Orlando e gli assessori Agnese Ciulla e Giusto Catania. A moderare il presidente della seconda circoscrizione Antonio Tomaselli: «Dobbiamo fare delle parole del parroco delle 3P uno stile di vita». Tanti i ricordi istituzionali, come quello del presidente dell'Ars, Francesco Cascio: «Ci ha insegnato che legalità poggia innanzitutto su un cambiamento culturale». «La sua vita e le sue opere sono oggi tesaurizzate da una Sicilia che alza la testa e combatte per sconfiggere il cancro mafioso» affermano in una nota Rudy Maira, capogruppo Pid all'Ars, e i deputati Toto Cordaro, Marianna Caronia e Totò Cascio. Le Acli, col presidente Toni Costumati, sottolineano come il martirio «si traduce in un testamento da rispettare e attuare nella quotidianità». La presidente della commissione Antimafia europea, Sonia Alfano, ricorda che verrà intestato a don Puglisi il liceo linguistico di Castelvetrano «un segnale forte per gli studenti che frequenteranno quella scuola». E a Castellana Sicula questa sera si terrà la manifestazione dal titolo «E se ognuno fa qualcosa».

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