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Punta Raisi, da ottobre partire da Palermo costerà di più

È uno dei principali effetti dall’approvazione da parte del ministero delle Infrastrutture del contratto di programma stipulato tra Enac, l’ente che vigila sugli aeroporti e sul traffico aereo civile, e la Gesap, che gestisce i servizi del Falcone-Borsellino e che dovrebbe guadagnare circa 15 milioni di euro all'anno da questo accordo

PALERMO. Chi partirà da Palermo spenderà circa sei euro in più. Tutto questo accadrà dal primo ottobre prossimo e il rincaro sarà calato nel costo complessivo del biglietto aereo. È uno dei principali effetti dall’approvazione da parte del ministero delle Infrastrutture del contratto di programma stipulato tra Enac, l’ente che vigila sugli aeroporti e sul traffico aereo civile, e la Gesap, che gestisce i servizi del Falcone-Borsellino.
Se per ogni passeggero in partenza la tariffa è ancora oggi di 3,87 euro, dal primo ottobre (perché si aspetta la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del contratto di programma e ad occhio e croce la data sarà quella) si pagheranno 9,20 euro. E considerato che in media decollano da Punta Raisi ogni anno due milioni e mezzo di passeggeri, il conto è presto fatto. La Gesap dovrebbe incassare 15 milioni di euro in più. Soldi che servono a dare una boccata di ossigeno alla società che ha dichiarato gli ultimi due esercizi finanziari in rosso (meno 400 mila euro nel 2010, meno tre milioni nel 2011). Soldi che servono soprattutto a portare avanti un piano di investimenti da 160 milioni di euro che comincia a boccheggiare per mancanza di risorse. Esaurita la parte dei fondi inviata da Roma, ora Gesap deve contare sulle proprie forze, sulla capacità di interlocuzione con le banche e su 35 milioni che la Regione ha promesso attraverso il canale comunitario dei fondi Fesr e su cui però non si registrano notizie facendo temere il peggio.
E se alcune opere sono in corso di realizzazione (vedi l’adeguamento del piazzale per gli aerei, 23 milioni; la nuova centrale tecnologica, 10 milioni; il centro direzionale e il sistema di viabilità delle auto sia per le partenze che per gli arrivi, altri 10 milioni), il resto attende nuove risorse. E infatti in fase di stallo ci sono l’adeguamento antisismico, la nuova area arrivi e tante altre opere ormai necessarie per rendere il Falcone-Borsellino più efficace, più moderno e più funzionale. Certo è che il contratto di programma ha avuto una gestione lunga e travagliata prima di arrivare all’approvazione di pochi giorni fa e che sblocca l’adeguamento delle tariffe. Nessuno nasconde il fatto che altri aeroporti italiani hanno avuto contratti di programma in deroga, in alcuni casi grazie anche a traffici passeggeri elevati, e altre agevolazioni che hanno consentito alle società di gestione di introitare molte risorse (non ultime quelle derivanti da parcheggi e esercizi commerciali).
Per lo scalo palermitano la firma tra Enac e Gesap è del luglio del 2010 ma solo pochi giorni fa è arrivato il via libera definitivo: un ritardo che ha fatto mancare alla Gesap entrate per un milione e 300 mila euro al mese per tutto il 2011 e per buona parte del 2012 visto che il contratto di programma ha validità 2011-2014. Pur tuttavia la dichiarazione ufficiale è di soddisfazione. «È la notizia che aspettavamo da molto tempo - commenta Dario Colombo, amministratore delegato della Gesap -. Per noi, l’accordo di programma, con il relativo adeguamento delle tariffe aeroportuali, è la spinta in più che mancava per dare attuazione a un ricco programma di investimenti. Certo - conclude Colombo - se il decreto fosse arrivato due anni prima non avremmo perso circa venti milioni di euro tra il 2011 e il 2012, ma accogliamo lo stesso positivamente questo passo in avanti che ci proietta verso una dimensione ancora più europea».
E il palermitano Vito Riggio, presidente Enac spiega: «Purtroppo i tempi di approvazione sono stati davvero lunghi, colpa di un’eccessiva burocratizzazione tra ministeri. Noi abbiamo fatto la nostra parte in tempi veloci. Un contratto di programma - prosegue Riggio - è una buona opportunità. Ma anche una responsabilità in più: se alla gente chiedi di più, devi dare di più. E allora direi, nel caso di Gesap, pensare meno alla governance (vedi le polemiche sui vertici del cda ndr) e pensare di più alla struttura industriale e alla ricapitalizzazione per affrontare un futuro che non si presenta facile».

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