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Palermo, l'estate nera dei monumenti nel degrado

Sporcizia, cancelli chiusi, bagni vietati. Ecco come si presentano i luoghi d'arte e come la città volta le spalle ai turisti. Niente soldi per pulizie e straordinari e scattano proteste e lamentele dal Castello della Zisa all'Abatellis

PALERMO. Il cielo assolato arde sulle sterpaglie nel giardino del Castello della Zisa. Ma la luce forte di una domenica d’agosto filtra appena tra vetri sporchi e ragnatele con trame fitte quasi come le decorazioni arabeggianti. I turisti notano il contrasto con lo splendore arabo rimasto fra quelle mura e gli escrementi di uccelli che deturpano il pavimento del vestibolo. Trovano i bagni chiusi: «W.C. fuori servizio: closed» recita un foglio a quadretti scritto a mano e appeso sulla porta della toilette. E mentre un giovane fotografa incredulo quella scritta, un viaggiatore più anziano cerca ristoro invano trovando quella porta chiusa: «Non si può pretendere il biglietto intero - dice - e poi non trovare i servizi essenziali e previsti dalla legge».
L’appalto con l’impresa di pulizie è scaduto il 31 luglio e non ci sono soldi per il rinnovo. Dunque l’indicazione data al personale è di tenerlo chiuso: i dipendenti stessi si organizzano pulendo come possono quello destinato a loro. Ma non sono i soli. Anche al chiostro di Monreale la situazione è simile: i bagni sono solo per i dipendenti (e quindi autogestiti), il pubblico deve uscire fuori e usufruire di quelli comunali, gestiti da una cooperativa che stacca ticket da 50 centesimi. Laddove invece i bagni ci sono, funzionano e sono puliti, il museo di domenica è «temporaneamente chiuso». E i turisti restano fuori dal portone della Galleria regionale Abatellis e palazzo Mirto perché, pare, non ci sono più fondi per pagare i festivi al personale addetto alla fruizione. Praticamente musei puliti, ma chiusi, e siti sporchi, ma aperti. E il problema non riguarda solo i turisti – che si rammaricano per dei luoghi così belli e poco curati - ma anche i lavoratori: i sindacati già venerdì scorso hanno scritto agli assessori e dirigenti regionali dei Beni Culturali e alla Sanità, al prefetto e all’ufficio di Igiene a proposito «della disastrosa situazione igienico-saniaria in cui versa il sito monumentale del Castello della Zisa a seguito del mancato rinnovo del contratto con l'impresa di pulizie dei locali.
Tale circostanza ha comportato la chiusura dei bagni di servizio del sito - scrivono Carmelo Ingrassia e Salvatore Randazzo, rispettivamente coordinatore provinciale e regionale Uil Fpl -: il perdurare di tale stato comporterà la chiusura del sito monumentale con gravi disagi per i visitatori e arrecando un ulteriore danno all'immagine per i siciliani». La richiesta è di un intervento immediato per trovare una soluzione efficace. «I siti scoperti dal servizio di pulizia, al momento, sono la Zisa, la Cuba, il chiostro di Monreale e San Giovanni degli Eremiti - spiega Ingrassia - abbiamo avuto massima disponibilità dal personale che ha tamponato facendo le pulizie e anche dal soprintendente Gaetano Gullo abbiamo ottenuto rassicurazioni».
«Non voglio neanche pensare a un’ipotesi di chiusura dei siti, ma ci troviamo in questa situazione non per colpa nostra - chiarisce Gullo - abbiamo cercato di andare avanti finché è stato possibile esponendoci con proroghe alle ditte delle pulizie pur di garantire il servizio. Poi è arrivata la posizione netta dell’assessorato sul fatto che non c’erano somme disponibili, ma stanno facendo il possibile per risolvere il problema e ci hanno assicurato una risposta già in settimana. Una circolare dell’assessorato regionale al Bilancio ci impedisce impegni di spesa e ordini senza copertura finanziaria - continua il soprintendente – abbiamo sentito dell’indicazione all’uso degli ex Pip: sono un’occasione per Palermo, ma bisogna verificarne la disponibilità, non è un servizio che si improvvisa. Il problema attualmente riguarda molti siti nell’Isola e coinvolge i turisti così come i dipendenti in servizio, i quali hanno dimostrato massima disponibilità e collaborazione in questo momento difficile».
Si lotta per scongiurare il rischio chiusura, ma intanto i turisti restano delusi, e si lamentano di non poter godere appieno di una bellezza desiderata. «È un peccato arrivare fin qui e poi trovare cicche per terra, cartacce ed escrementi di uccelli - dice una turista francese uscendo dal chiostro di Monreale». E le guide turistiche si rammaricano di presentare luoghi che poi risultano poco accessibili o sporchi. Un imbarazzo che si supera con la bellezza incredibile che la cultura di quei luoghi riesce a trasmettere nonostante tutto. Tanto da far sembrare ancora «splendida» quella Zisa, anche oltre un prato di erbe secche.

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