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Favorita invasa dai rifiuti, gli uffici litigano e nessuno pulisce

Il nodo cruciale per la riserva di Monte Pellegrino rimane la vicenda pulizia. Amia continua a tirarsi fuori. Biosphera, che finora si era occupata della raccolta dei rifiuti, è in liquidazione. E i sacchi con i rifiuti della Pasquetta rimangono ammucchiati

PALERMO. A piccoli passi verso una soluzione definitiva. Ma il nodo cruciale per la riserva di Monte Pellegrino rimane la vicenda pulizia. Amia continua a tirarsi fuori. Biosphera, che finora si era occupata della raccolta dei rifiuti, è in liquidazione. E i sacchi con i rifiuti della Pasquetta rimangono ammucchiati in varie parti del polmone verde cittadino, come ieri ha verificato anche il camper del Giornale di Sicilia



Le cose certe sono queste: la Regione è proprietaria del bene (poi assegnato all'assessorato ai Beni culturali); il Comune mantiene l'uso; i Rangers continueranno a vigilare e segnalare i problemi. Ora i dubbi da chiarire. Che si chiamano Amia e Biosphera. L'ex municipalizzata ha sempre detto di non avere nulla a che fare con la riserva. Se non nella pulizia dei bordi stradali fino a due metri all'interno dell'area protetta. «Mai fatto», dice il direttore di Monte Pellegrino Salvatore Palascino. La pulizia, infatti, veniva effettuata regolarmente da Biosphera, una società che veniva finanziata con fondi regionali e che avrebbe dovuto occuparsi di interventi di rinaturalizzazione. Riceveva circa 1,2 milioni di euro l'anno. Di questi, ben 800 mila euro venivano spesi per la pulizia dell'intero Parco.



«Una situazione anomala - dice Palascino -. Biosphera puliva, anche in maniera egregia, ma veniva snaturato il ruolo di questa società che era quello di effettuare interventi di tipo naturalistico». La società adesso è in liquidazione. E se negli anni passati gli operai iniziavano i lavori anche senza aver ricevuto il budget dalla Regione, quest'anno il commissario liquidatore ha imposto lo stop: senza soldi non si lavora.
I soldi dovrebbero arrivare a breve. Ma Biosphera non esisterà più a partire dal prossimo 31 dicembre. Poi c'è un vuoto non indifferente. Lunedì si è svolta la prima riunione sulla vicenda Favorita. Al tavolo, oltre all'assessore all'Economia Gaetano Armao, Giovanni Arnone dirigente del dipartimento Territorio ed Ambiente; Gesualdo Campo, dirigente del dipartimento dei Beni culturali; Domenico Musacchia, dirigente del settore Ville e giardini; Salvatore Palascino, direttore della riserva e alcuni rappresentanti di associazioni ambientaliste.
Il primo passo è stato quello dell'acquisizione da parte della Regione della proprietà della riserva, che ha poi affidato il bene all'assessorato ai Beni culturali. L'uso è stato confermato al Comune. I Rangers continueranno ad occuparsi della vigilanza. «Amia deve avere un ruolo fondamentale nella vicenda della rimozione dei rifiuti all'interno della riserva - dice Palascino -. Oppure la Regione e il Comune dovranno organizzarsi con società o enti sotto il loro controllo per garantire la pulizia all'interno del parco».
Sulla vicenda ha chiarito le scadenze lo stesso Armao. Entro 15 giorni si dovrà firmare un protocollo d'intesa tra le varie parti sul piano di intervento per la riserva. «Chi non lo farà - ha detto Armao - si assuma la responsabilità di bloccare questo iter che mi sembra ben avviato». Il primo passo lo faranno il Comune e l'assessorato al Territorio e Ambiente, che definiranno il piano di utilizzo che «giace in assessorato da troppo tempo», dice Musacchia. Per quanto riguarda la rimozione dei sacchi dei rifiuti, Armao ha fatto sapere di aver inviato una segnalazione per un intervento immediato.

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